Dilen Tigreblu mangia inchiostro e caccia sogni.
Okay, lo ammettiamo:il miglior giorno della nostra settimana è quello in cui sganciamo online della creatività per voi. Questa è la ragione per cui abbiamo creato le Design Stories, quello spazio virtuale in cui raccontiamo mostriamo i volti, le storie ed i lavori dei nostri artisti italiani preferiti. Oggi è la volta di Dilen Tigreblu: di base a Milano, ci si conosce a vicenda da un po’ di tempo ormai, quindi possiamo dire di aver seguito da vicino la sua evoluzione artistica da qualche anno in qua. Dilen è uno di quegli artisti che amano sperimentare continuamente con nuovi strumenti, tecniche, materiali e superfici. Come graziosamente mostra anche sul suo account Instagram. Gli abbiamo reso visita un paio di settimane fa, e lui ci ha accolto nella sua casa/studio in zona Navigli, so we’ve asked him a few questions and enjoyed some beers together. Dilen Tigreblu è un ragazzo d’oro, quindi arrivate fino in fondo, e…buona lettura!
Ciao, chi sei? Presentati ai nostri amici, e dicci come hai iniziato a praticare la tua arte?
Mi chiamo Oliviero Fiorenzi, ma un po’ per magia appena prendo in mano un pennarello mi trasformo e divento Dilen Tigreblu. L’esigenza di crearmi una seconda identità è nata quando ho iniziato a dipingere “illegalmente” sui muri. Quindi potrei dire di aver iniziato così, anche se da quel che mi ricordo ho sempre avuto una matita in mano.
Come descriveresti la tua arte, quel che disegni, in generale?
Mi piace molto quando ho le idee chiare, mi dà un grande senso di sicurezza affrontare il progetto con un piano. Passo molto tempo a progettare il mio lavoro e fare ricerca. Una volta decisa quale sarà la strada da percorrere infrango le mie stesse regole e vado fuori pista. L’errore è un caro amico, quando viene a farmi visita lo accolgo, lo studio, cercando di capire quale variazione inaspettata mi ha portato in regalo.
Com’è la tua giornata tipo?
Non ho una giornata tipo. Però faccio sempre colazione, forse è l’unico vero punto in comune tra tutte le mie giornate, e ciclicamente la cambio. In questo periodo la mia colazione è così: frullo una banana, quattro biscotti, un cubetto di ghiaccio aggiungo un bicchiere di latte di mandorla ed infine una punta di cannella.
Come si presenta il tuo spazio di lavoro?
Il mio workspace è itinerante, lo spazio cambia a seconda del progetto: un muro in campagna o in città, un bar, l’atelier della mia università o semplicemente camera mia. Lavorare senza fissa dimora è stimolante e stressante allo stesso tempo, ti obbliga ad essere flessibile e pianificare tutto in anticipo. Utilizzo molti strumenti, se mi propongono un lavoro dove non ho esperienza mi butto. Accetto sempre il rischio, penso sia un modo naturale per ampliare le proprie conoscenze. Ovviamente ci sono alcuni strumenti con cui mi sento estremamente sicuro: il rullo vince sicuramente il primo posto.
C’è qualcosa da cui sei ispirato particolarmente?
Mi rendo conto di avere un immaginario molto specifico. Disegnando figurativo è inevitabile affezionarsi ad alcuni soggetti. Ad ogni modo la ricerca è costante 24/7. Disegnando da tanti anni ho un occhio allenato. Non credo nell’ispirazione, la mano sul foglio è sempre guidata da un processo mentale. Nel mio caso, molto spesso il processo è legato ad un’operazione di traduzione, e le mie reference preferite iniziano dalla porta d’Oriente fino al Giappone.
Che cosa hai preparato per Wood’d?
Per Wood’d ho scelto un soggetto a me caro: il cavaliere. Il blu non poteva mancare!
Notturno è qui! Il cavagliere a cavallo che Dilen ha disegnato per noi!