We’re on a world tour with Albi Scotti, my man…
Abbiamo incontrato Albi Scotti per uno spritz prima dell’estate, e tra un sorso e uno snack gli abbiamo chiesto di prendere parte alle Wood’d Vibes, la nostra selezione settimanale di mixtapes. In poche parole: chiediamo ad artisti, musicisti e DJ di tradurre in musica la loro idea di legno e artigianalità. Quindi: cuffie in testa, parola ad Albi. Cheers!
Ciao Albi, ci racconti un pò chi sei?
Sono Albi Scotti, o Albiscotti per gli amici. Nato nel 1981 a Milano, vivo nelle risaie tra Milano e Novara e faccio da sempre il dj. Sono il responsabile web e l’editor in chief di DJ Mag Italia, conduco un programma di dance “diversa” che si chiama CaSSa Bertallot sulla webradio Casa Bertallot. Amo la musica, amo la vita, sono un uomo curioso e, spero, non troppo noioso.
Come hai iniziato a suonare e a interessarti di musica?
Ho amato la musica fin da quando ero piccolo, proprio da bambino. Poi verso i 13-14 fui rapito dalla prima ondata del rap italiano, e subito dopo dalla dance. Erano i primi anni ’90 e quella era fantascienza.
Quali sono le influenze che hanno caratterizzato il tuo suono?
Moltissime. Sono un ascoltatore bulimico e se la musica elettronica e da club restano il centro del mio mondo, mi piace davvero qualsiasi cosa che mi accenda una scintilla nel cuore. Questo mix ne è proprio un bell’esempio.
Cosa stai ascoltando attualmente?
Tanta Africa, come si sente nel mix. Il rap di Vince Staples, il pop di Calvin Harris. The Milk, Neil Young, Katy Perry, Jacques Greene, Luke Vibert, Gue Pequeno, tanta house.
Dove hai preso ispirazione per questo mix?
Dalla miriade di produzioni che stanno rileggendo la musica africana contemporanea, piena di ritmo. E il ritmo in Africa, per me, ha proprio il rumore del legno. Wood’d!
Che cosa hai preparato per Wood’d?
Quando Wood’d mi ha chiesto un mix, ho subito pensato al legno, e nella musica il legno è il suono delle percussioni, del ritmo, quindi dell’Africa e del Sudamerica, la genetica ritmica della musica di tutto il mondo. Allora mi sono imbarcato in un giro del mondo che parte appunto dall’Africa, dalla Nigeria di Dele Sosimi (che poi è nato a Londra) reinterpretata da un grande appassionato italiano, DJ Khalab, per proseguire in Mali, in Sudafrica, tornando a Londra con 4 Hero, Bugz In The Attic e Goldie, e ancora a sud, in Camerun, insieme a Oumou Sangaré, una capatina da El Guincho, geniaccio spagnolo che immerge la sua musica nella grammatica caraibica e sudamericana, e poi arrivare fino in California, dove vive lo scozzese Calvin Harris, una delle menti più fresche del pop attuale. Un bel giro del mondo, ispirato da Wood’d.