Ckrono ti fa muovere sulla pista da ballo e non solo.
Dici Ckrono, dici Voodoo Rebel, dici Ckrono & Slesh, dici un pezzo di storia dell’ultimo decennio di underground music straight outta Florence. Dici di evoluzioni da dancefloor e contaminazioni di matrici diverse, in un unico universo di riferimento: il ritmo. Recentemente sbarcato a Milano, siamo felici di avere qui con noi Ckrono, per due chiacchiere con Wood’d e per arricchire di nuove ispirazioni la nostra Wood’d Vibes. Buon ascolto e buon viaggio in musica!
Ciao Ckrono, vuoi presentarti agli amici di Wood’d?
Sono CKRONO, sono un Dj e producer che viene da Firenze ma sono di stanza a Milano da un anno. Sono metà giapponese e metà italiano.
Com’è iniziato il percorso in musica?
Il ritmo mi ha sempre accompagnato da quando avevo quattro o cinque anni, specialmente grazie alle origini di mio padre, che viene da Siena: ero un tamburino per la mia contrada in occasione del Palio. Poi sono entrato a far parte dell’orchestra alle scuole medie, all’età di 11 anni e ho suonato il flauto dolce (contralto, soprano e sopranino) per 5 anni, e dopo che mi è diventato noioso ho iniziato a suonare la chitarra da autodidatta. Ho iniziato la musica elettronica con DAWs molto tardi, credo fosse intorno ai vent’anni, durante il mio primo anno di università.
Quali sono le maggiori influenze sul tuo sound?
Le mie principali ispirazioni sono tutti i tipi di musica sincopata, dall’africana, alla brasiliana, all’America latina, vedi la salsa, mescolata ai suoni elettronici, più “occidentali”. Dal momento in cui sono un uomo culturally mixed, il contrasto di differenti culture è quello che mi piace di più, e questo si riflette anche nella mia musica. Ma quando ero giovane ho ascoltato un sacco di rock, metal, post rock … ero un headbanger!
Cosa stai ascoltando ultimamente?
Sono sempre stato un ascoltatore “futuristico”, nel senso che ho odiato tutti i tipi di “retro-music”. Ho sempre ascoltato un qualcosa di futuristico o comunque evocativo di scenari futuribili, inesplorati, ma ultimamente, e direi anche finalmente, trovo più piacevole ascoltare vecchi dischi africani, o l’enorme archivio salsa della Fania Records, che è stata la colonna sonora della mia scorsa estate. Ascolto anche un po’ di hip hop (95% dagli US), un sacco di baile funk, e… jazz. Si, jazz per l’inverno, salsa d’estate.
Cosa hai preparato per Wood’d?
Dopo una lunga ricerca sono venuto fuori con un mix abbasta ampio, non molte tracce, ma tutte hanno un qualcosa di speciale legato al legno come materiale, usato sia come decorazione, strumento, o semplicemente come materia viva in una foresta. Alcune tracce sono come dei dipinti, alcune possono diventare la soundtrack che rappresenta diversi individui che interagiscono in una capanna…Spero vi piaccia!