DJ Herrera non ha mai vinto la Coppa dei Campioni. Ma potrebbe.
Dj Herrera, detto Helenio, detto Joel, detto Black Snake, o semplicemente Rico. I suoi alias sono infiniti, ed in costante aumento, esattamente come la sua collezione di dischi, ed il suo gusto per la musica bella che ti fa muovere il sedere in pista, quando il deejay la suona. Lo stesso gusto è quello che ti fa muovere il collo mentre ascolti un beat prodotto dalle sapienti mani dell’Herrera nazionale, uno dei segreti meglio mantenuti del giradischi in Italia, già dai tempi del suo super gruppo jazzy, I Maniaci dei Dischi. Naturale che lo fermassimo per una Wood’d Vibes special selection da ballo, no? Buon ascolto!
Ciao Herrera, ti va di presentarti ai nostri amici?
Ciao ragazzi, mi chiamo Herrera. Sono un DJ, produttore e MC Pisano.
Come è iniziato il tuo rapporto con la musica?
Il rapporto con la musica è cominciato da giovanissimo, 5 o 6 anni, quando i miei mi regalarono una piccola batteria. Un gioco che ha cominciato a prendermi sempre più tempo. Ricordo che passavo le giornate ad ascoltare vecchi dischi dei miei. Tanta, tantissima musica Italiana dei Sessanta, ma anche i Beatles, e molto altro ancora. Poi arrivarono gli anni Novanta e l’Hip Hop. Da lì i primi party e le prime jam, la passione per i dischi e tutto ciò che riguardava la musica underground.
Quali sono le maggiori influenze sul tuo sound?
Le influenze più grandi vengono dall’hip hop. Mi viene in mente Pete Rock, Lord Finesse, Diamond D, J Dilla e Madlib. Differenti produttori, provenienti da zone ed ere differenti. Essendo un DJ ed un produttore, scavo dischi in giro molto spesso, acquisto generi diversi tra loro, quindi negli anni sono andato oltre il funk ed il jazz, ma su questi ho sempre basato la ricerca. Ho scoperto molta soul e disco music, colonne sonore cinematografiche, musica elettronica sperimentale e rock progressive. Un sacco di roba, amici miei!
Cosa stai ascoltando al momento?
Ascolto ancora molto hip hop, proveniente da diverse parti del mondo, ed anche vecchi dischi di seconda mano, che ricerco e colleziono, tanto per i miei deejay set che per le produzioni. Il tutto varia molto, dalle cose più jazzy, tipo Modern Jazz Quartet, fino allo stile industriale ed elettronico delle produzioni moderne. Troppa roba per andare in dettaglio.
Da dove hai tirato fuori le ispirazioni principali per questo mix dedicato a Wood’d?
Quando ho ricevuto la proposta di fare questo mix, ho pensato subito che Wood’d usa materiali naturali, come il legno, per rivestire oggetti tecnologici ultramoderni, come ad esempio gli smartphones. Quindi ho provato a combinare delle tracce percussive con altre che usano anche dei sintetizzatori e della tecnologia più avanzata.
Quindi, che cosa hai preparato per Wood’d?
Per questo mix ho selezionato tanto funk proveniente dalla metà dei 70s, assieme a cose più particolari, come per esempio i Goblin, la band di Simonetti, oppure ancora il mitico Vigon, dal Marocco. Spero il risultato vi piaccia!